Nel mondo del lavoro, ci sono attività che comportano rischi elevati, tanto da richiedere misure di sicurezza avanzate. Tra queste, i lavori in quota sono tra le più critiche. Per garantire la sicurezza degli operatori è fondamentale l’utilizzo corretto dei Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) di III categoria. Ma non basta averli: serve conoscerli, saperli usare e formare il personale nel modo giusto.

Cosa sono i DPI di III Categoria?

I DPI (Dispositivi di Protezione Individuale) sono attrezzature o strumenti destinati a essere indossati o tenuti da un lavoratore per proteggerlo da uno o più rischi per la salute e la sicurezza. La III categoria rappresenta il livello più alto di rischio. Include tutti quei DPI destinati a proteggere da pericoli gravi o letali, come cadute dall’alto, rischi chimici, elettrici, da agenti biologici, e simili.

Nel caso specifico dei lavori in quota – definiti come attività svolte a un’altezza superiore ai 2 metri rispetto a un piano stabile – i DPI di III categoria principali sono:

  • Imbracature anticaduta
  • Cordini di posizionamento e trattenuta
  • Dispositivi retrattili
  • Caschi con sottogola
  • Connettori, moschettoni e dissipatori di energia

Perché sono fondamentali?

La sicurezza nei lavori in quota non è un’opzione. È una responsabilità concreta e misurabile. I DPI di III categoria, se usati correttamente, sono ciò che sta tra un lavoratore e una caduta potenzialmente mortale.

Cosa succede se non vengono usati? Le conseguenze possono essere devastanti:

  • Infortuni gravi o mortali: ogni anno in Italia si registrano centinaia di incidenti dovuti a cadute dall’alto, molti dei quali evitabili con l’uso corretto dei DPI.
  • Sanzioni per l’azienda: il datore di lavoro ha l’obbligo di garantire la sicurezza. Il mancato utilizzo o la mancata fornitura di DPI può portare a multe, sospensione dell’attività, o conseguenze penali in caso di infortunio.
  • Costi indiretti: oltre ai danni umani, ci sono i costi per l’assicurazione, la perdita di produttività, i procedimenti legali e il danno reputazionale.

La prevenzione, in questo contesto, non è solo una scelta etica: è una strategia aziendale vincente.

La normativa: cosa dice la legge?

Il quadro normativo sui DPI di III categoria e i lavori in quota è articolato e molto preciso. Le aziende devono fare riferimento principalmente al Decreto Legislativo 81/2008 rappresenta la norma cardine. Alcuni articoli chiave:

  • Art. 74: definisce cosa sono i DPI.
  • Art. 75: obbliga il datore di lavoro a fornire i DPI quando non è possibile eliminare i rischi con altre misure.
  • Art. 76: impone che i DPI siano conformi ai requisiti essenziali di sicurezza (marchiatura CE).
  • Art. 77: prevede l’obbligo di formazione, addestramento e informazione dei lavoratori sui DPI.
  • Titolo IV – Capo II: disciplina i lavori in quota, indicando misure di prevenzione e protezione.

Il Regolamento (UE) 2016/425: cosa stabilisce?

Stabilisce i requisiti per la progettazione e la fabbricazione dei DPI. I dispositivi devono essere certificati e marchiati CE da un organismo notificato.

Norme tecniche UNI e EN: quali sono?

Esistono norme specifiche per ogni tipo di DPI, che ne regolano caratteristiche, test di sicurezza, metodi di utilizzo. Ad esempio:

  • EN 361 per le imbracature anticaduta
  • EN 355 per i dissipatori di energia
  • EN 363 per i sistemi anticaduta

Inoltre, i DPI di III categoria devono essere sottoposti a verifica periodica almeno ogni 12 mesi, come da indicazioni del fabbricante e secondo le procedure aziendali.

Formazione e addestramento: sono obbligatori?

La normativa non si limita a imporre l’uso dei DPI: obbliga anche alla formazione e all’addestramento pratico. Questo passaggio è spesso sottovalutato, ma è cruciale: un DPI non usato correttamente è inutile. O peggio, può dare un falso senso di sicurezza.

Formazione obbligatoria per lavori in quota e DPI di III categoria

  • Durata: la formazione ha una durata minima di 8 ore, ma può arrivare a 12 o 16 ore se integrata con altri moduli (lavori in fune, ambienti confinati, etc.).
  • Struttura: il corso si divide in una parte teorica (normativa, rischi, caratteristiche dei DPI) e una parte pratica (indossare e regolare imbracature, collegamenti corretti, uso di ancoraggi, simulazioni di arresto caduta).
  • Validità: la validità del corso è quinquennale. È obbligatorio un aggiornamento ogni 5 anni, della durata di almeno 4 ore.
  • Documentazione: al termine del corso viene rilasciato un attestato nominativo. Le aziende devono conservarlo e aggiornarlo in caso di cambio mansione o modifiche significative del rischio.

L’addestramento è obbligatorio e deve essere documentato. Significa che il lavoratore deve provare fisicamente l’uso dei DPI in condizioni simulate, sotto la supervisione di un istruttore qualificato.

Il ruolo delle aziende: prevenzione prima di tutto

Fornire i DPI non basta. Le aziende devono:

  • Valutare i rischi specifici delle attività svolte
  • Scegliere DPI adeguati, certificati e in buono stato
  • Garantire la formazione continua dei lavoratori
  • Predisporre procedure di emergenza
  • Effettuare controlli e manutenzione regolare dei DPI
  • Favorire una cultura della sicurezza basata sulla consapevolezza, non sull’obbligo

L’approccio corretto è integrato: valutazione del rischio, scelta del DPI, formazione, monitoraggio. Ogni anello della catena è essenziale.

In conclusione

I DPI di III categoria per i lavori in quota non sono semplici strumenti: sono salvavita. La loro corretta gestione è indice di responsabilità e professionalità da parte delle aziende. Investire nella sicurezza non è un costo, ma un valore. Non solo per tutelare i lavoratori, ma anche per costruire un’organizzazione solida, affidabile, e conforme alla legge.

Vuoi sapere se la tua azienda è in regola con i DPI e la formazione per i lavori in quota? Contattaci: possiamo aiutarti a fare il punto e a mettere in sicurezza la tua realtà, partendo da ciò che conta davvero: le persone.

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